GRECIA #1
Le Cicladi
Kalliste, la più bella, così si chiamava Santorini prima che 3500 anni fa il suo vulcano esplodesse, sprofondando sul proprio centro. Un cataclisma che ha formato una sorta di imbuto subito colmato dal mare, la famosa caldera che avvolge Santorini, il suo mare interno. Oggi l’isola è una falce di luna, un anfiteatro di rocce laviche dal colore igneo e violaceo. Sotto, un mare pervinca, sopra, un gioco geometrico di case bianche e tetti azzurri. È di nuovo Kalliste, la più bella, spettacolare, unica, il classico posto da vedere almeno una volta nella vita. Persino il celebre architetto Le Corbusier ne rimase stregato per il nitore della luce, il contrasto fra superfici e linee. La più affascinante, ma anche la più famosa e visitata delle isole Greche. È preso d’assalto soprattutto il capoluogo Thira, dove fermarsi il tempo necessario per un concerto o una mostra alla Megarion Gyzi, dimora nobiliare della famiglia Veneziana dei Ghizi. E per visitare il Museo Archeologico che ripercorre la complessa e affascinante storia dell’isola, con il famoso affresco Le scimmie Blu che si arrampicano sulle rocce. Importante non solo per il suo valore artistico e storico, ma perché le pitture murali dell’antica Kalliste sono conservate quasi tutte al museo archeologico di Atene. Provengono da Akrotiri, la Pompei dell’Egeo, a ridosso del mare. Prima del cataclisma vulcanico vi abitavano 30 mila agricoltori e marinai perché Akrotiri era un ricco porto commerciale.
POMPEI DELL’EGEO
Gli scavi archeologici hanno portato alla luce, sotto uno strato di cenere spesso dai 10 ai 60 metri, palazzi, piazze, botteghe come quella del ceramista dove sono stati trovati 400 vasi. Una meraviglia come gli affreschi lungo la Via Dei Telchini, l’arteria principale di Akrotiri; le Raccoglitrici di Croco, i Pugilatori, i gigli e le rondini in volo dell’Affresco della Primavera, ora tutti ad Atene. Il sito è affascinante come Pompei, ma bisogna andarci al mattino presto perché i resti della cittadina sono riparati da capannoni caldissimi in estate. Dopo la visita si scende per un bagno alla Red Beach, fra alte scogliere rosse, paradiso per lo snorkeling, e si pranza a filo d’acqua da The Dolphins, taverna con peschereccio, in menù il bottino del giorno (thedolphins.gr).
OIA, PURA BELLEZZA
Bye Bye folla di Thira. Si sfugge alla massa a Oia che si snocciola per due chilometri lungo il bordo della caldera. Il miglior belvedere dell’isola, ma anche il villaggio più elegante con le case dei Capitani che sino alla fine dell’800/inizi ‘900 vantavano una flotta di 130 navi. Abbastanza ricchi da costruirsi mansion neoclassiche a picco sulla scogliera, mentre i marinai scavavano le loro case nella roccia, con i tetti a volta, i tholos oggi ambitissimi. È in un’aristocratica dimora del 1845, uno degli indirizzi più famosi dell’isola, il Ristorante 1800 dove arrivare prima del tramonto, accomodarsi in terrazza e godersi lo spettacolo del sunset, centellinando un vino della loro cantina, che ha vinto il primo premio del Wine Journal Greco. E poi scoprire, a cena, la nuova cucina ellenica (oia-1800.com). Se si preferisce la tradizione e una tavola in riva al mare, allora si scende al porticciolo di Ammoudi ai piedi di Oia, per le linguine con l’aragosta della taverna Sunset by Paraskevas (unset-ammoudi.gr).
I VINI
I bianchi Assyrtico, Athiri, Aidani, Nixteri, i rossi Mavrotragano, Liatiko e Mandilaria il Vin Santo passito che invecchia in botte per 20 anni. Con 12 mila acri di vigneto produttivo da tre secoli, Santorini è uno dei più importanti centri vinicoli della Grecia per qualità, favorita dal terreno vulcanico. Si può pianificare un vero wine tour fra le cantine, iniziando da Santo Wines, cooperativa che riunisce piccoli produttori dove assaggiare, tra gli altri vini, il loro spumante Santorini Sparkling Wines (santowines.gr). La kanaves (cantina) Hatyzidakis propone anche vini organici (hatzidakiswines.gr) e si trova nel bel villaggio medievale di Pyrgos, con le case ad anfiteatro e strade labirinto che salgono fino ai resti del castello veneziano. Dall’alto, vista sulla caldera e i due versanti dell’isola. La caratteristica di Pyrgos è la venatura celestina dei muri. Si sale fin qui per il panorama, le degustazioni nella cantina, gli affreschi nella Chiesa di Theotokaki (X sec.), la visita al suggestivo monastero settecentesco Profitis Ilias nel punto più alto dell’isola. E per mangiare in una casa neoclassica da Selene, taverna pluripremiata per il suo recupero di ricette tradizionali. Offre anche corsi di cucina greca e l’esperienza mezes&wines, degustazioni enologiche e sfizi gastronomici (selene.gr).
Altra tappa del wine tour è il Demaine Sigalas, casolare con vigna e giardino che produce un ottimo rosso secco Mavrotragano. Hanno un menu degustazione con sei piatti abbinati ad altrettanti vini (sigalas-wine.com). Ma la kanaves più famosa, quasi un’istituzione sull’isola, è quella degli Argyros, famiglia di viticoltori dagli inizi del ‘900 Episkopi Gonia (estateargyros.com). La loro cantina storica, con le pareti in pietra pomice, è stata trasformata in galleria a Exo Gonia: l’Art Space che dal 1999 ha allestito mostre di 200 artisti contemporanei Greci ed internazionali (artspace-santorini.com).
A PROPOSITO DI ARTE
L’Art Space non è l’unico esempio di edificio industriale riconvertito. Sulla strada fra Thira e la spiaggia lavica di Kamari, un’ex fabbrica di pomodori in scatola è la Santorini Art Factory che ospita mostre, eventi musicali tra i vecchia macchinari della pummarola (santoriniartsfactory.gr). E a Thira ci sono tre gallerie di arte e design greci che fanno capo a artoftheloomgalleries.gr. Infine arte classica nel punto più panoramico e tranquillo dell’isola, l’Antica Thera su un’altura a 350 metri fra Kamari e Perissa, l’altra spiaggia di lava nera. Una città fondata dai Dori, passata attraverso sette dominazioni, dai Tolomei ai Bizantini. Si passeggia nel silenzio e nel vento fra rovine del santuario di Apollo, agorà e tempio di Dioniso. Oltre la Via Sacra, c’è quella a luci rosse con incisione erotiche.
CINQUE MIGLIA FRA SANTO E PROFANO
Un breve braccio di mare separa Delos, sacra ad Apollo e Artemide, da Mykonos, icona della mondanità, della trasgressione, delle notti folli, ma anche della più pura architettura cicladica. È comodo arrivarci in aereo, ma è più scenografico l’avvicinamento via mare, perché Mykonos si svela piano piano come una diva con la sua scalinata di cubi bianchi e le pennellata di colore di porte, infissi, scale esterne di legno: rosse, giallo Van Gogh, blu Chagall e azzurro Grecia. Poi i mulini a vento, le vecchie abitazioni dei marinai ad Alevkandra, il rione più pittoresco, chiamato la piccola Venezia dove si cena, o si prende l’aperitivo al Caprice Bar con gli spruzzi del mare sul viso. Alcuni anni fa quando l’isola era soprattutto una meta gay-chic, vendevano magliette con la scritta “Qui si viene più per l’amore che per il sole”. Oggi il messaggio dovrebbe cambiare: si viene per gli sport di acqua e vento, per il diving, per l’hotellerie di alto livello come gli alberghi della Mikonian Collection (l’Ambassador è famoso per la spa e le thalasso pool terapeutiche). Ma soprattutto per divertirsi di sera, di notte fino all’alba, in locali famosi in tutto il mondo come cavoparadiso.gr e jackieomykonos.com, sulle due spiagge altrettanti famose di Paradise e Super Paradise. Si va a dormire al mattino e ci si risveglia nel pomeriggio per il primo caffè nel mitico bar aromamykonos.com.
Per scoprire il capoluogo, e godersi le sue linee architettoniche, bisogna andare appunto al mattino quando non c’è nessuno, sono tutti a smaltire nel sonno la notte brava. E allora si passeggia fra chiese e cappelle bianco-abbagliante (sono 400), la più famosa la Paraportiani, nel Kastro, il vecchio quartiere veneziano, labirinto di vicoli ciechi, strade tortuose e strette, progettate per confondere i pirati che infestavano il Mediterraneo.
MYKONOS DI GIORNO
La scelta della spiaggia dipende dallo stile di vacanza e dal vento. Quando il meltemi estivo soffia forte si va a Panormos, riparata, chiusa fra scogli con un acqua cristallo. Non così tranquilla alla sera, per le feste e la mondanità del ristorante e club guiltybeach.com. Kalafatis Beach è per i fan delle immersioni grazie al suo centro diving, e del windsurf perché il vento soffia costante. Pochi passi ed ecco Divounia, porticciolo con poche case, tanti pescherecci e l’ottima Fish Taverna Marcos. Altre spiagge per gli sport acquatici sono Ornos, Elia, Fteli, mentre a Paraga si fa snorkeling fra le rocce. Elia non è distante dal candido villaggio di Ano Mera, dove si sale per ammirare le icone della Panaghia Tourliani (XVI sec.), godersi il silenzio mistico del monastero duecentesco di Paleokastro. E per mangiare nella piazza da Apostolis, cucina tradizionalissima e di terra. Lia Beach è il segreto degli insider, sabbia, quiete e solo tre file di ombrelloni di paglia.
Non è attrezzata e questo la salva dal delirio estivo, Aghios Sostris dove si trova una della taverne più popolari dell’isola, Kiki’s: è sul mare, ma è rinomata per le sue grigliate di carne e cappelle di funghi. Sotto il ristorante si nasconde una delle insenature più belle e wild di Mykonos. Sabbia e acqua cristallina a Aghios Ioannis, ribattezzata Shirley Valentine dal film girato qui nel 1989, Golden Globe e premio Oscar per la musica, e la miglior attrice protagonista, Pauline Collins. Una spiaggia dove restare fino a tardi per il superbo tramonto con vista sull’isola di Delos. E magari ci si ferma per cena da Hippies Fish, elegante nonostante il nome (hippiefish-mykonos.com).
DELOS, CHE MERAVIGLIA
Bisogna approdare al mattino (45 minuti di traghetto) a Delos, prima che il caldo sole dell’estate invada quest’isola di scisto e granito. Portarsi cappello, creme solari e occhiali scuri per esplorare un meraviglioso museo all’aperto, ma senza tregua d’ombra e alberi, tranne la palma che si vuole discenda da quella a cui si aggrappò Latona per partorire Apollo, e la dea Artemide secondo un’altra versione del mito. Meta di pellegrinaggio di tutti i Greci antichi per rendere omaggio ad Apollo, partecipare alle feste Delie in suo onore, consultare l’oracolo. Non è una breve passeggiata la visita a Delos, si cammina fra resti di templi e altari, lungo la Via Sacra, si sale alla Terrazza dei Leoni, si ammirano il Teatro che poteva contenere 5.500 spettatori e i mosaici delle ville, i più belli nella Casa di Dioniso con l’immagine del Dio che cavalca una pantera, in quella dei Delfini, delle Maschere. Il sito è un crescendo di scoperte, ecco il pavimento musivo vicino alla baia di Scardana con le figure di Sirene, le imponenti rovine del ginnasio. Perché questa isola sacra, era diventata anche un florido porto commerciale. Ricco. E mondano come la vicina Mykonos.
Per esplorare i gioielli delle Cicladi, Il Viaggio propone:
- uno splendido soggiorno mare a Santorini al Canaves Oia Suites. Scopri la proposta.
- un incantevole soggiorno al Myconian Ambassador Hotel di Mykonos. Scopri la proposta.
- una crociera a bordo della M/S Galileo Variety Cruises, con partenza da Atene verso le isole più affascinanti delle Cicladi. Scopri la proposta.
Anne Bonny
Si parla sempre di pirati al maschile. Ma nel ‘700 c’è stata un fior di piratessa, Anne Bonny, nata in Irlanda, figlia illegittima di un avvocato. Ribelle, volitiva, con un gran senso dell’avventura, Anne partì per New Providence come si chiamava allora Nassau nelle Bahamas e iniziò la sua carriera di bucaniere con il celebre Calico Jack a cui si deve l’immagine di Jolly Roger, un teschio e due sciabole incrociate, cioè la bandiera che sventolava sui velieri dei pirati. Assalì navi mercantili francesi, vascelli reali britannici in combutta con un’altra piratessa Mary Read. Vere protagoniste della guerra di corsa come si chiamano arrembaggi e assalti nel linguaggio corsaro. Ma furono catturate, condannate a morte, eppure riuscirono a scampare l’esecuzione. Mentre Mary Read morì in carcere, di Anne Bonny si sono perse le tracce. Solo leggende come quella che la vuole ancora all’arrembaggio sui mar. Anche nel Mediterraneo.
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