GRECIA #4
Rodi
Medievale, ottomana, crociata, bizantina, piena di sole perché dono di nozze a Helios con la ninfa Rhoda. Bella, anzi no troppo turistica. Segreta? Neppure perché invasa da charter e albergoni low cost. Qualunque definizione si attribuisca a Rodi è vera come è vero il suo contrario. Perché su 220 km di costa e 1.398 kmq di isola ognuno può trovare quello che vuole. Qualche esempio? Se la spiaggia di Faliraki, a est, è un orrore di cemento e pub per inglesi che apprezzano più la birra del mare, basta spostarsi di pochi km per Kallithea. Erano le terme in stile orientalista ai tempi dell’occupazione italiana, non si è più trovata la sorgente. Ma la ragione per venire qui sono le sue fantastiche insenature tra le rocce, le migliori Oasis e Tassos per la sua taverna. Qualche chilometro più a sud ed ecco Afandou, 4 km di spiaggia con tratti liberi e piccoli angoli organizzati. Bellissima, mai affollata persino a Ferragosto: il bagno migliore è l’ultimo in fondo, Al Mare, solo otto ombrelloni, chaise longues imbottite, un pergolato dove servono drink, macedonie e ricche insalate (almare.com.gr). La pace segreta di Afandou è garantita da un campo da golf dove non gioca mai nessuno, ma impedisce la costruzione di colossal alberghieri. Imboccando una delle stradine che riportano sulla statale si raggiunge Katholiki, taverna popolare non fra i turisti, frequentata da famiglie greche (0030.33410.52.066). I piatti sono i classici, souvlaki, melitzanosalata, tzatziki, ma cucinati in modo casalingo. Vicino, una chiesetta conserva affreschi bizantini, ed è stata costruita con resti e capitelli di un tempio antico.
Saper vivere Lindos
Un altro esempio della doppia anima di Rodi, è Lindos, borgo protetto, bianco, con le aristocratiche case dei capitani, le viuzze lastricate, le decorazioni del XV secolo sulle facciate, i cortili pavimentati con mosaici geometrici di ciottoli bianchi e neri. Negli anni ’60 è stata una piccola Saint Tropez ellenica. Oggi, al mattino è un delirio di folla, turisti sbarcati dalle navi da crociera e portati qui in autobus. Poi al pomeriggio spariscono, come per un tocco di bacchetta magica e Lindos ritrova il suo splendore. Verso il tramonto si sale all’Acropoli, sul promontorio (144 mt) dove le mura di un castello franco avvolgono il tempio di Atena, e una fusion di resti classici e bizantini.
La meraviglia sono la Porta del Cielo, ingresso alle mura medievali e la trireme incisa per 5 metri nella roccia (179 a.C.). Dall’alto il panorama è commovente, sulla cascata bianca delle dimore storiche, sul mare blu scuro e gli scogli della Baia di San Paolo. Si nota, in basso, anche una terrazza a picco sull’Egeo: è quella di Melenos Lindos, boutique hotel e ristorante che vale una cena per la gran vista e la raffinata greek modern cusine (melenoslindos.com). C’è anche un negozio, di tessuti e gioielli da collezione, sicuramente uno dei migliori e più selettivi del borgo, insieme a Spa Lindos Boutique, che è anche una piccola spa, oltre al paradiso di chi apprezza capi chic in lino, canapa, cotone grezzo (tel. 0030.22440.31.777). Ultimo consiglio: visitare la Chiesa della Panaghia per i suoi affreschi che ricoprono volte e pareti.
Piccoli Segreti
Sempre verso sud lungo la costa ovest, Mojito Beach vale un tuffo per le sue acque cristallo e una giornata di dolce far niente tirando tardi perché preparano ottimi cocktail (mojitobeachbar.gr). Ma ci si può limitare a un bagno e poi imboccare la prima strada per l’interno dell’isola ricca di pinete, boschi e profumi di macchia. Due le tappe da non perdere. La Chiesa quasi millenaria nel villaggio di Asklepio con affreschi in perfetto stato che raffigurano scene del Vecchio Testamento. E poi, si scollina sull’altra costa, per arrivare all’ora del tramonto a Monolithos, con i resti del castello costruito nel 1480 dai Cavalieri di San Giovanni sul monte Akramitis. Non importa se i gradini di sassi sono sconnessi, se le mura sono ruderi, è un luogo ammaliante per aria sottile, i sentori di timo e menta. Dall’alto lo sguardo spazia su mare, isole e isolotti. Una visione che ha il potere magico di far tornare al tempo dei cavalieri di Rodi.
Ecco perché venire a Rodi: la città vecchia
Patrimonio Unesco, restaurata in tempi relativamente recenti con fondi UE, la vecchia città di Rodi è una delle più scenografiche città medievali fortificate del Mediterraneo. Seconda forse solo a Gerusalemme.
Cinta da più di 4 km di mura spesse fino a 12 metri. E da fossati che sono stati miracolati dai restauri, diventando una passeggiata impressionante perché ci si rende conto della possenza del sistema difensivo voluto dai Cavalieri di San Giovanni che avevano eletto Rodi a roccaforte della Cristianità. Ci sono riusciti dal 1306 al 1522, anno della conquista di Solimano. Certo è una meta turistica la Old Town, e non potrebbe essere altrimenti. C’è la celebre Ippoton, la via dei Cavalieri lunga 200 metri e larga sei con gli ostelli che prendevano il nome dal Paese di provenienza dei Cavalieri, l’albergo della Lingua d’Italia, di Francia (spesso ospita mostre), di Spagna. Gremita di giorno, va centellinata con le luci fioche e calde della sera. Attraverso una grata si nota il cortile della dimora di Villaragout (XV sec.) ora parte dello splendido museo archeologico, un tempo ospedale dei Cavalieri. Poi c’è il Palazzo del Gran Maestro ispirato a quello di Avignone, distrutto nel 1856 da un’esplosione e ricostruito con pretese di grandeur durante l’occupazione italiana, con 205 stanze e saloni. Il suo tesoro sono i mosaici ellenistici e romani provenienti dall’isola di Kos. E ancora, la moschea di Solimano, la biblioteca Turca… l’elenco dei luoghi famosi è lungo. Ma è infinita la scoperta della città vecchia in luoghi dove non si vede un turista. Se la Socrates è la strada dove si sgomita, ben pochi si siedono nel vecchio Caffè turco protetto dalla Sovrintendenza, dove sono state girate scene dell’Isola di Pascali con Ben Kinsley.
Proprio di fronte inizia l’acciottolato della Odos Fanouriou con la bottega dell’ultimo rigattiere e maestro del rame. Qualche osso più in là e si cena nella corte fiorita di una casa ottomana, il miglior ristorante dell’isola: marcopolomansion.gr. Cammina cammina si arriva alla chiesetta ipogea (XIII sec.) di Ag. Fanourios. Dietro, si apre una piazzetta alberata con la moschea del Pascià Rejep (in restauro). Attraverso un arco si sbuca nella Omirou e qui inizia un dedalo di strade, stradine (pare siano 200) piene di sorprese. Altre chiese, altre Moschee. L’unica ancora attiva è quella di Ibrahim Pascià nella Pitagoras. L’Aristotelous è una delle strade più turistiche, eppure basta imboccare un viottolo laterale per arrivare alla sinagoga Kahal Shalom, l’unica sopravvissuta dopo la deportazione della comunità ebraica. Nel piccolo, ma intenso museo si apprende che durante il rastrellamento nazista sono stati i musulmani (turchi) dell’isola a salvare e nascondere la Torah e altri oggetti liturgici. Una bella lezione di storia e di ecumenismo, nell’isola della storia.
Immergiti nella bellissima Rodi: ripercorri la storia che si respira in ogni angolo dell’isola, tuffati nell’azzurro mare tra le selvagge calette ed insenature o rilassati lungo le sue dorate spiagge. “Il Viaggio” propone un fantastico soggiorno mare all’esclusivo Grecotel Lux Me Rhodos: scopri la proposta.
Leave a Reply
Want to join the discussion?Feel free to contribute!