Sognando i Caraibi #2
Alla scoperta di Saint Lucia
Storia e cultura
L’isola di Saint Lucia, situata nel mar dei Caraibi, era in origine abitata da una popolazione composta da indiani arauachi e da caribi, fino a quando non fu scoperta da Cristoforo Colombo il 13 dicembre 1502, giorno in cui ricorre Santa Lucia, da cui è poi derivato il nome dell’isola. A partire dai primi anni a seguito della sua scoperta, il territorio di Saint Lucia è stato conteso tra gli inglesi e i francesi, fino al 1814, quando venne conquistata dai primi e annessa al Commonwealth nel 1967.
Durante il periodo coloniale, l’isola divenne celebre per le sue piantagioni di zucchero e di cacao, nelle quali vennero impiegati numerosi schiavi deportati dall’Africa, che pian piano si imposero come la maggioranza della popolazione: secondo una stima effettuata nel 2013, infatti, le persone di origine africana sono ancora oggi il gruppo etnico più presente a Saint Lucia, rappresentando l’82,5% della popolazione totale.
L’isola si caratterizza quindi come un polo multiculturale, in cui discendenti dei nativi dell’isola, dei coloni francesi, di quelli inglesi e degli schiavi hanno sempre convissuto e si sono amalgamati, portando con sé le difficoltà che conseguono a un’identità così variegata. Il tema dell’identità mista e della complessità del riconoscersi come appartenenti a una cultura ben definita viene portato avanti da Sir Derek Walcott, autore originario di Saint Lucia e vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1992, in particolare nella poesia A Far Cry from Africa (Un Lontano Grido dall’Africa), nella quale, da discendente di schiavi africani nelle Indie Occidentali e, allo stesso tempo, da promotore dell’utilizzo della lingua inglese, si interroga sul conflitto tra le sue origini e l’eredità della cultura europea:
I who am poisoned with the blood of both,
Where shall I turn, divided to the vein?
I who have cursed
The drunken officer of British rule, how choose
Between this Africa and the English tongue I love?
Betray them both, or give back what they give?
How can I face such slaughter and be cool?
How can I turn from Africa and live?
Io, che sono avvelenato dal sangue di entrambi,
Dove mi volgerò, diviso fin dentro le vene?
Io che ho maledetto
L’ufficiale ubriaco del governo britannico, come sceglierò
Tra quest’Africa e la lingua inglese che amo?
Tradirle entrambe, o restituire ciò che danno?
Come guardare a un simile massacro e rimanere freddo? Come voltare le spalle all’Africa e vivere?
Natura
Saint Lucia è molto nota per i suoi spettacolari paesaggi e per la sua natura selvaggia e rigogliosa: si tratta di un territorio prevalentemente montuoso e di origine vulcanica, in cui sono presenti tre importanti rilievi, il Gros Piton (770 m), il Petit Piton (743 m) e la cima più elevata, il Mount Gimie (950 m).
I primi due hanno un aspetto molto caratteristico, sono facilmente riconoscibili anche grazie alla loro posizione a picco sul mare e, da vicino, offrono un panorama davvero stupefacente e quasi irreale. È possibile organizzare escursioni per scalare il Gros Piton, vere e proprie sfide a causa del caldo estremo e, soprattutto, per l’umidità. L’ideale è partire con una guida locale dal pittoresco villaggio ai piedi della montagna, portando con sé molta acqua e indossando un abbigliamento adeguato. La spettacolare vista una volta arrivati in cima sarà la ricompensa speciale per il grande sforzo fatto.
Nonostante le sue origini vulcaniche, le spiagge dell’isola non presentano sabbie scure o rocciose, ma dorate e sabbiose, tutte ad accesso libero per i visitatori.
Le migliori, Anse Chastanet e Anse Cochon, si trovano sulla costa occidentale; più a nord, Marigot Bay è una baia pittoresca dove spesso attraccano lussuosi yacht, mentre Reduit Beach, molto vicino alla cittadina di Rodney Bay, è la spiaggia più estesa e popolare del territorio. La barriera corallina di Anse Piton non si trova troppo in profondità rispetto alla superficie dell’Oceano ed è quindi l’ideale per chi preferisce lo snorkeling alle vere e proprie immersioni: ospita una vasta gamma di meravigliose specie acquatiche, tra cui pesci trombetta, banchi di calamari, sfuggenti murene e colorati pesci pagliaccio.
Se si desidera unire il relax sulla spiaggia all’avventura, ma non si è abbastanza allenati per scalare una montagna, si può optare per un’escursione all’interno della foresta tropicale, che ricopre ben il 77% dell’isola. I percorsi meno impegnativi includono il Tet Paul Nature Trail, nella zona del Gros Piton, e il Diamond Falls Botanical Gardens, ai confini della cittadina di Soufrière. Per qualcosa di più impegnativo si consiglia di avventurarsi nelle aree più interne dell’isola: tour guidati per il Millet Bird Sanctuary, oasi protetta per gli uccelli situata al centro di Saint Lucia, offrono l’opportunità di avvistare molte delle 180 specie di uccelli che popolano la zona, tra cui un rarissimo pappagallo e una serie di piccoli colibrì, tra sorprendenti cascate, meravigliose orchidee, enormi felci e alberi di ogni tipo che fanno da contorno.
Per un’esperienza ancora più particolare si suggerisce di provare un percorso insolito in bicicletta, partendo dai resti di un’antica piantagione di zucchero situata dietro ad Anse Mamin, una spiaggia a nord di Anse Chastanet. In questa zona molto estesa, attraversata da un fiume e punteggiata da rovine ed edifici caduti in disuso, in cui gli schiavi erano tenuti a sopportare difficoltà inimmaginabili, è possibile oggi partecipare a escursioni in mountain bike, adattabili a ogni livello e necessità.
Se sogni il mare e l’abbronzatura anche d’inverno e desideri saperne di più sull’isola di Saint Lucia, contatta i Travel Designer de Il Viaggio, pronti a suggerirti le opzioni migliori per la tua vacanza all’insegna del relax o dell’avventura.
Martina Torrini
Travel Teller
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