Costantinopoli
10 gioielli senza tempo
Istanbul, terra di confine, trait d’union tra Occidente ed Oriente. Da sempre territorio di passaggio conteso ed oggetto di importanti mutamenti storici, geografici, culturali e religiosi. E’ proprio questa sua attitudine alla “transizione”, la particolarità che la rende una delle città più affascinanti al mondo. Passeggiando fra le strade e i vicoli del centro storico, è infatti impossibile rimanere indifferenti al fascino dei suoi contrasti e del mix di culture e tradizioni che incanta e cattura.
Nonostante la globalizzazione ed i lunghi viali di negozi, grattacieli e centri commerciali nella parte più moderna della città, l’antica Costantinopoli ancora conserva un’atmosfera magica e senza tempo che seduce e conquista. Un vero e proprio museo a cielo aperto, dove il tempo sembra essersi fermato. In particolare, ecco quali, secondo noi, sono i gioielli senza tempo di questo crocevia millenario.
- AYA SOFIA (o Hagia Sophia)
Nel quartiere di Sultanahmet, la Basilica di Santa Sofia è la dimostrazione esatta della “transizione” di cui accennavamo prima. Voluta dall’Imperatore Giustiniano, ispirata al Pantheon Romano e all’arte Paleocristiana, per quasi un millennio è stata la principale chiesa Cristiana, convertita poi in moschea, nel 1453 a seguito della presa della città da parte degli Ottomani, con l’aggiunta di 4 minareti ed infine sconsacrata ed adibita a museo. Al suo interno oggi convivono i mosaici rappresentanti le icone del cristianesimo assieme ai grandi pannelli che riportano i nomi dorati di Allah, Maometto e dei primi 4 califfi. Anche se oggi risulta essere un luogo molto turistico, se si osserva con attenzione, ancora si può catturare l’anima senza tempo di questo luogo che conserva tra le sue navate millenni di storia, dove due modi diversi di intendere la spiritualità si passano il testimone.
- YEREBATAN SARNICI – la Basilica Cisterna
Non lontano dalla Basilica di Santa Sofia, Yerebatan Sarnici, in turco “il palazzo inghiottito”. Alimentata dall’acquedotto di Valente, uno degli acquedotti romani più lunghi e duraturi nella storia, con un serbatoio di 80.000 metri cubi, questa cisterna sotterranea riforniva acqua al palazzo imperiale. Sarà per le 336 colonne decorate, alcune in stile ionico e corinzio ed altre in stile dorico, che reggono e danno forma al serbatoio della cisterna o forse per le due teste di Medusa rovesciate, ma l’atmosfera che si respira in questo luogo ricorda una chiesa sommersa di origine incerta ed antica. Gli ambienti sono talmente ben conservati tanto da trattenere ancora acqua sul fondo, regalando così a questo luogo un’aura di magia eterna.
- KAPALI ÇARŞI – Gran Bazar
Kapalı çarşı, che in turco significa “mercato coperto”, è uno dei mercati coperti più grandi ed antichi del mondo. Quando fu costruito (interamente in legno) nel 1461 le principali transazioni vertevano sul commercio della lana e della seta, mentre ad oggi è possibile acquistare tappeti, gioielli, pelletteria, vestiario, lampade, oggetti di antiquariato, argenteria, orologi ed altri oggetti d’epoca. Il grande labirinto, costituito da 60 strade, più di 4000 negozi e 18 porte d’entrata è “organizzato” in specifiche sezioni dedicate ognuna a diverse categorie merceologiche. Immergendosi nel Gran Bazar e perdendosi fra i suoi vicoli, si ha la sensazione di fare un tuffo nel passato dove, ben lontani dall’era dello shopping digitale, nulla sembra essere cambiato da quando Costantinopoli era il centro del commercio internazionale.
- MOSCHEA DI SOLIMANO
E’ la più grande moschea di Istanbul e, anche se meno conosciuta, non ha nulla da invidiare alla Moschea Blu. Anzi, grazie alla minore affluenza di turisti è possibile avvertire e catturarne tutto il fascino.
- KUZGUNCUK – il quartiere Asiatico
Aldilà del Bosforo, il quartiere di Kuzguncuk è quello che meglio rappresenta la parte asiatica della città. Questo piccolo borgo, tranquillo e colorato, è un ulteriore esempio della pacifica convivenza tra differenti religioni e culture che hanno caratterizzato la storia di Istanbul. Simbolo di tolleranza ed armonia per eccellenza, in questo piccolo villaggio di pescatori hanno vissuto in serenità ebrei, greci ed armeni. Solamente qui si può trovare una sinagoga affianco ad una chiesa ortodossa o addirittura una moschea costruita nel giardino di una chiesa armena. Per la tranquillità e la pace che si respira fra le sue vie, caratterizzate dalle tipiche case in legno color pastello, è definito da molti “luogo dell’anima” e continua ad ispirare artisti, registi, poeti, architetti e sognatori.
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- LE ISOLE DEI PRINCIPI
Istanbul ospita più di 15 milioni di abitanti e, si sa, fra turisti e locali risulta essere una città parecchio affollata. Per un po’ di tranquillità e una pausa dalla calca, le Isole dei Principi risultano essere la meta ideale. 9 paradisi silenziosi da girare solo a piedi, in bicicletta o calesse perché la circolazione con i mezzi motorizzati infatti è vietata, eccetto per i mezzi di soccorso. Abitate da minoranze etniche e frequentate da nobili in villeggiatura, sono il luogo ideale per passeggiate in mezzo alla natura, uscite in barca, tramonti mozzafiato e buon pesce fresco. A solo un’ora e mezzo di traghetto dalla terraferma, i periodi migliori per visitarle sono le mezze stagioni o l’estate (in estate meglio se dal lunedì al giovedì) per poter godere appieno dell’essenza di pace e benessere che queste isole regalano.
Ultimi ma non meno importanti, i 3 quartieri che andiamo a raccontarvi di seguito (Balat, Fener e Fatih), dichiarati patrimonio mondiale dell’UNESCO, non molto turistici e poco conosciuti. Secondo noi fondamentale la loro visita per comprendere in toto la storia e la cultura di Istanbul. Simboli per eccellenza della caratteristica di “transizione” propria di Costantinopoli, dove popoli, religioni e tradizioni si sono mescolati e sovrapposti negli anni, definendo un ricco patrimonio di architetture, colori e monumenti storici e religiosi.
- BALAT – il quartiere Ebraico
Un vero gioiello quasi immutato nel tempo è Balat, il quartiere Ebraico, abitato già dai tempi dell’Impero Bizantino, che venne “forzatamente” semi abbandonato dalla comunità ebraica alla fine dell’ ‘800 a causa di un forte terremoto e poi definitivamente negli anni ‘60. Nonostante lo stato di abbandono e trascuratezza in cui cadde il quartiere a seguito del trasferimento del popolo ebraico, il villaggio ospita ancora oggi 3 splendide sinagoghe, fra cui la più bella è quella di Arhida. La sottile linea di confine tra splendore e degrado crea un contrasto talmente curioso ed inaspettatamente sofisticato, tanto da suscitare l’interesse di diversi architetti e restauratori, bramosi di vederne risorgere la bellezza originale. Dalla sommità di Balat si può poi ammirare un magnifico panorama sull’intero Corno d’Oro.
- SAN SALVATORE IN CHORA
Ai margini del sobborgo di Balat, più precisamente nel quartiere di Erdinekapi, una delle gemme nascoste più belle di Istanbul: la Chiesa bizantina di San Salvatore in Chora (Kariye Müzesi). La chiesa, voluta da Costantino nel V secolo, ricostruita in seguito secondo il modello ortodosso, trasformata in moschea agli inizi del ‘500 ed oggi museo, ha una storia molto simile a quella della Basilica di Santa Sofia. L’edificio bizantino, nonostante sia meno celebre della “sorella”, ospita al suo interno ricche composizioni di mosaici tridimensionali ed affreschi di una bellezza incredibile che rappresentano la Salvezza, l’Incarnazione e la Resurrezione, che nulla hanno da invidiare a quelli della più famosa Aya Sofia, anzi definiti di gran lunga più emozionanti.
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- FENER – l’antico quartiere Greco
Attiguo a Balat, fra un labirinto di stretti vicoli, ecco Fener (Fanar in greco), lo storico quartiere greco dove si può contemplare l’esorbitante ricchezza culturale lasciata in eredità da tutti i popoli che negli anni vi si sono stabiliti: dai bizantini ai crociati, dagli ottomani ai greci ortodossi, da uomini d’affari ebrei a commercianti armeni. Addentrandosi nel fitto reticolato di stradine sembra di tornare indietro nel tempo. Qui si possono scorgere curiose e secolari opere edilizie ottomane, alcune in rovina ed altre sapientemente restaurate, case dai colori accessi e dalle forme originali e bambini che ancora giocano per strada.
Il quartiere è sede del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, una delle principali sedi della chiesa cristiana, seconda dopo il Vaticano. La Chiesa di San Giorgio, che si trova all’interno del Patriarcato, per la chiesa ortodossa è al pari della Basilica di San Pietro a Roma per la chiesa cattolica. Accanto al complesso, un’imponente edificio di mattoni rossi, che dall’esterno può sembrare un castello ma in verità ospita l’antico Liceo Greco Ortodosso (Rum Lisesi). Conosciuta anche come Castello Rosso e Scuola Rossa, appunto per la sua configurazione e colorazione rosso intenso, questa possente struttura non passa inosservata ed attira la curiosità di molti passanti. Poco vicino, la Chiesa di Santa Maria dei Mongoli, l’unica chiesa bizantina di Costantinopoli a non essere mai stata convertita in moschea.
- FATIH
Fatih è la zona più rigida e conservatrice a livello religioso. Ricca di caffè e ristoranti specializzati nell’autentica cucina turca è rinomata per essere il centro gastronomico della città. Qui risiede la spettacolare Moschea di Fatih, una delle più belle di Istanbul, e la moschea di Zeyrek, che in passato era il Monastero Bizantino di Cristo Pantocratore. Assieme a Balat e Fener, la zona di Zeyrek, con le sue case colorate in legno di origine ottomana, è una delle più pittoresche e caratteristiche di Istanbul.
Infine, il consiglio che diamo, per poter catturare appieno il fascino senza tempo della città che abbraccia due continenti, è perdersi fra le sue strade e i suoi vicoli e lasciarsi incantare dalla particolarità dei suoi palazzi e dai segni evidenti di un passato glorioso, dal fascino delle moschee, dai colori e odori delle sue spezie e dei suoi bazars, dal canto del muezzin che riecheggia ed invita alla preghiera e dalla vitalità della sua gente.
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Sara Storer
travel teller
Amante dei viaggi, della buona cucina e di tutto ciò che è nuovo e diverso. Ha il viaggio nel DNA e sogna di vivere viaggiando per poter scoprire ogni giorno un nuovo angolo di mondo.
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