Zimbabwe
Un viaggio alla riscoperta
di un Paese che si riapre al turismo
dopo anni lontano dai riflettori
L’Africa è così: ci si aspetta una cosa e ne succede un’altra. Si crede di conoscere un posto e si scopre di non saperne nulla. Come lo Zimbabwe. Era la Svizzera del Continente Nero poi è caduto nel dimenticatoio. Poi sale al potere un nuovo presidente e qualcuno si accorge che viaggiare per questo paese è più sicuro che in tanti altri e via che il tam tam dei viaggiatori si mette a cantare e lo Zimbabwe si ritrova proiettato sul palcoscenico delle destinazioni trendy.
La prima tappa è il Matopos National Park, una sorpresa che lascia senza fiato: per le formazioni rocciose che ne animano la superficie, per le numerose grotte che ospitano una formidabile collezione di pitture rupestri lasciate dal popolo San e per la facilità con la quale si avvistano i rinoceronti che in questo parco hanno trovato una sorta di santuario.

World’s View
Un discorso a sé merita World’s View, spettacolare location dove un circo di massi erratici protegge il luogo di sepoltura di Cecil Rhodes, il padre fondatore di quella Rhodesia destinata a dare vita a Zimbabwe e Zambia. World’s View è un luogo unico, caratterizzato da un’atmosfera incredibile. Per visitare questo parco e per goderne appieno l’atmosfera unica bisogna fermarsi a Camp Amalinda, certamente uno dei lodge più belli del paese. Si tratta di un campo davvero unico: le stanze sono appoggiate, inglobate, appese, plasmate dalla roccia nuda. La magia sta nel perfetto equilibrio fra natura e comfort. Le stanze sono più che suite, spaziose, ampie, lussuose e al contempo naturali. Il servizio è al livello della location, a partire dal sorriso, dall’accoglienza e dalla professionalità di manager e guide.
Da Matopos si viaggia verso il Parco Nazionale di Hwange, paradiso di savana che ricorda a tratti i paesaggi della Tanzania. Distese di erba gialla che si agita nel vento seguendo un ritmo ancestrale fanno da sfondo ai movimenti eleganti della moltitudine di animali che abita su questo altopiano collocato a poco più di 1000 metri d’altitudine, disseminato di tek e di mopani. Nel parco e intorno ai suoi confini vivono oltre cento specie di mammiferi e quattrocento di uccelli.

Khulu Safari Camp
Qui il posto ideale dove sostare è l’esclusivo Khulu Safari Camp. 6 stanze per un massimo di 12 ospiti che vivono per lo più all’aria aperta: si cena sotto le stelle vicino al focolare, si prende il sole sul deck di legno vicino alla piccola piscina che si condivide con gli elefanti. Emozione più unica che rara, trovarsi quasi circondati da pachidermi bevono tranquillamente a meno di tre metri di distanza.
Di fronte al lodge una pozza d’acqua attira tutti quegli animali che non desiderano abbeverarsi in piscina: oltre agli elefanti si avvistano regolarmente leoni, ghepardi, iene, sciacalli, bufali e numerose specie di antilopi e gazzelle.
L’ultima tappa conduce in un paio d’ore alla più famosa e frequentata destinazione turistica della regione: le spettacolari cascate Victoria, una delle più grandi meraviglie naturali del mondo. Le tribù locali le chiamano “fumo che tuona” (mosy-oa-tunya), il rombo si sente a 10 chilometri di distanza, mentre la nuvola di vapore può essere avvistata a 40.
Situate al confine tra Zambia e Zimbabwe, sono tra le più alte e le più imponenti del Globo. Quando le scoprì nel 1855, navigando in canoa sul fiume Zambesi, l’esploratore David Livingstone fu colpito proprio dal suono sinistro che sentiva avvicinarsi man mano che procedeva sulla superficie dell’acqua. Ancora oggi le cascate Vittoria sono uno spettacolo da vedere e ascoltare ma soprattutto da vivere, grazie alla miriade di attività possibili. Oltre alle passeggiate lungo i bordi del canyon, ricche di punti panoramici e di occasioni per fermarsi in silenzio e ammirare la potenza della natura, le Vic Falls si possono ammirare dall’aria con elicotteri e ultraleggeri. Si può navigare lungo il tratto a monte delle cascate facendo dei veri e propri safari in barca e gli amanti del vuoto possono lanciarsi nel gorgo provando l’ebbrezza del bungee jumping, del volo dell’angelo e della zip line. Il brivido più bello e inconsueto lo regala però l’escursione a nuoto fino all’orlo della cateratta. Meno difficile di quanto si possa credere, è un’esperienza unica e indimenticabile. Si effettua dal lato Zambia, solo durante la stagione asciutta, quanto il flusso dell’acqua è al minimo.
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Marco Santini
Viaggiatore, giornalista e fotografo
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