Come sta cambiando il nostro mondo
Negli ultimi anni si è sentito molto spesso parlare di emergenza climatica, soprattutto in connessione con il tema del riscaldamento globale: il continuo innalzamento delle temperature ha portato nel tempo a catastrofi naturali come l’enorme incendio che solo pochi mesi fa ha devastato l’Australia, per citare solo uno degli ultimi eventi, e a continui disequilibri tra le stagioni.
L’argomento è diventato ancora più scottante in occasione della crescente popolarità di Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese che dal 2018 si batte per ridurre l’impatto dell’azione dell’uomo sull’ambiente e che ha contribuito alla diffusione di una maggiore consapevolezza sul tema: grazie alla sua insistenza e alla grande partecipazione registrata in tutto il mondo alle manifestazioni Fridays for Future, il Parlamento Europeo è arrivato a istituire lo stato di emergenza climatica a fine 2019, con il conseguente impegno da parte di tutti gli Stati membri nel ridurre progressivamente le emissioni di gas serra.
Nonostante attuare le misure per contenere i danni del riscaldamento globale e dell’inquinamento delle metropoli e delle zone industriali sembrasse una sfida molto difficile, nelle ultime settimane ci siamo ritrovati a dover fronteggiare qualcosa di ancora più complicato: la diffusione del Coronavirus.
Per limitare i contagi e per cercare di debellare l’infezione causata dal virus ci è stato imposto un progressivo e sempre più imperativo isolamento sociale, che ha portato le grandi città, di solito frenetiche e invase da fiumi di persone, a rallentare e a svuotarsi completamente. Con l’arresto temporaneo della produzione delle fabbriche e delle industrie, inoltre, l’atmosfera ha potuto beneficiare di un miglioramento della qualità dell’aria, che ha portato a una riduzione dell’inquinamento in tutta la penisola italiana, ma anche nelle altre zone del mondo già colpite dal virus, dove le stesse misure di contenimento erano già state sperimentate.
In diversi angoli d’Italia, quindi, con l’arrivo della primavera la natura ha iniziato a riappropriarsi dei suoi spazi e a rinascere anche senza di noi: tra acque nuovamente limpide e inaspettate specie di animali nei centri urbani, vediamo in quali zone il fenomeno è stato maggiormente evidente.
Venezia: dall’acqua alta all’acqua limpida
Negli scorsi mesi era stato evidenziato il grosso problema dell’acqua alta a Venezia, proprio a causa del riscaldamento globale; in questi giorni, invece, grazie al decreto governativo che ha imposto un arresto totale delle attività della città – e quindi anche al turismo e al traffico dei vaporetti – le acque della laguna, sempre più torbide a causa dell’inquinamento, hanno ritrovato la trasparenza di un tempo, tanto da lasciar intravedere anche da lontano i pesci che vi nuotano. Anche altri animali sembrano apprezzare gli straordinari silenzi del capoluogo veneto: oltre ai cigni e alle anatre che ora si muovono indisturbati tra le acque dei canali, è stato infatti trovato anche un nido di una coppia di uccelli, costruito su un pontile di attracco delle imbarcazioni.
Delfini a Cagliari e Trieste
A Cagliari è quasi la norma ammirare splendidi esemplari di delfini al largo del porto, tra i pontili di Su Siccu e in lontananza dalle spiagge della zona del Poetto: in questi giorni, tuttavia, rassicurati dall’assenza delle barche in movimento, i mammiferi acquatici hanno iniziato a spingersi più vicino alla riva e fin sotto la prua delle barche ormeggiate. Anche al porto di Trieste si è verificata una situazione molto simile a quella di Cagliari: anche qui, in assenza del traffico marittimo e di fronte ad acque più pulite, i delfini si sono ripresi il loro mare e hanno intrattenuto i curiosi che si sono avvicinati alla banchina.
Fauna milanese
Milano non è mai stata deserta come nelle ultime settimane: recentemente, però, la città si è ripopolata grazie all’arrivo di numerose lepri, avvistate nella zona nord occidentale, a due passi dalla tangenziale, e grazie alla comparsa di gruppi di cigni, che ora nuotano nel Naviglio deserto.
Daini, cervi e cinghiali in Sardegna
A Sassari, invece, una famiglia di cinghiali è stata avvistata in pieno centro storico, dove ha razzolato indisturbata tra le aiuole della città. A sud – ovest dell’isola, nella località di Pula, è possibile incontrare cervi e daini alla ricerca di erba fresca e arbusti tra i campi da golf e le ville del resort di Is Molas, dove, approfittando della piscina deserta, si concedono anche un tuffo ristoratore.
Ben lontani dall’identificare questi eventi come aspetti positivi dell’epidemia di Coronavirus, ci accorgiamo che il nostro pianeta ci sta dando degli interessanti spunti di riflessione; ci stiamo rendendo conto della necessità di una nuova comune armonia, che possa una volta per tutte rallentare il preoccupante fenomeno del riscaldamento globale e dell’inquinamento e convincerci definitivamente dell’importanza di una riduzione del nostro impatto sull’ambiente, per la salvaguardia della nostra specie, ma anche della flora e della fauna presenti sulla Terra.
Martina Torrini
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