Svalbard
24 ore di luce in un mondo incantato
La luce ammaliante del tramonto si ostina a non finire ed è già l’alba. In estate qui non fa buio. Mai. Il clima dell’estate artica è estremamente variabile, anche se non freddo: la media è vicina ai 6° grazie alla Corrente del Golfo che passa a meno di 400 chilometri da qui.
Il sole rimane sopra l’orizzonte fino a metà agosto, mentre la notte artica dura dalla fine di ottobre alla fine di gennaio. L’arcipelago delle Svalbard dista meno di mille chilometri dal Polo Nord ed è coperto al 60% da ghiacciai vivi: scoppi, tonfi, scricchiolii sinistri e poi, improvviso, il distacco di un grande pilastro di ghiaccio. Scende lento, ma risoluto verso l’abbraccio mortale con l’acqua. È la nascita degli iceberg che scompaiono lentamente, sciogliendosi, durante il loro viaggio senza meta alla mercé delle correnti. È un paesaggio titanico, bello e terribile. Un viaggio ai confini del mondo.
Longyearbyen, il capoluogo di queste isole perse nel mare di Barents, deve il nome al suo fondatore, l’imprenditore americano John Munroe Longyear che giunse qui nel 1901 e al cui cognome venne aggiunto il suffisso “byen” (cittadina). Oggi è un insediamento minerario dove il colore squillante delle casette di legno, esprime la voglia di vivere di un migliaio d’anime che lo abitano e ogni anno affascina qualche turista in più.
Una settimana dinamica, ogni giorno una meta diversa. Tanto silenzio e lo spazio immenso di una natura selvaggia. Si lascia alle spalle Longyearbyen in mattine nitide, scivolando sulle acque calme dell’Isfjorden, accompagnati dalle sagome di poche barche a vela e un paio di navi da ricerca oceanografica russe. Intorno, scolpite dalla luce di cristallo, montagne e ghiacciai a perdita d’occhio.
Tra le tappe l’insediamento minerario russo di Barentsburg. Insegne in cirillico, chiese ortodosse, scuole russe, montagne di carbone, questo fantasma dell’Unione Sovietica, nasce con il “Trattato delle Svalbard”, siglato il 9 febbraio 1920.
Verso nord, fra il 79° e l’80°, si entra nella regione dei fiordi. Ecco l’isola di Prinz Karl per una fugace occhiata allo spettacolare Magdalenefjord. In fondo al Lieftefjord, spicca il ghiacciaio Monaco che abbraccia il mare con un fronte di 1800 metri. E poi Moffen Island oltre l’80° parallelo.
Ny Ålesund è la comunità più a nord del mondo, dove nel 1926 Roald Amundsen e Umberto Nobile partirono per la storica spedizione in dirigibile al Polo. Il pilone d’attracco dello Zeppelin è ancora lì, insieme al monumento ad Amundsen e al trenino a carbone che servì all’insediamento minerario.
Si respira aria di frontiera, quella del confine col nulla. Giornate dinamiche tra trekking sui ghiacciai, lungo coste puntellate di cascate e scheletri di balene, di salite a vette panoramiche, di tuffi tonificanti nel Mare Artico, di fugaci apparizioni dell’orso bianco, epilogo ideale di questo viaggio incredibile.
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