Scoprire Berlino attraverso la street art
La storia della street art è tanto antica quanto quella dell’umanità. Sebbene sia ritenuto un fenomeno recente, è stato la prima forma d’arte e di espressione, il primo sintomo della creatività dell’uomo, che, già durante la Preistoria, usava “scarabocchiare” sulle pareti delle caverne lasciando traccia di sé. Ma bisogna attendere il XX secolo perché questa pratica sia riconosciuta come un fenomeno culturale e di costume a tutti gli effetti: gli esperti d’arte e gli storici del movimento indicano infatti gli anni Settanta del Novecento – e la città di New York – come l’epicentro da cui questa pratica sarebbe diventata una vera e propria sottocultura artistica.
In origine, la street art nasce come forma per esprimere il malcontento sociale e per sensibilizzare l’intera popolazione della città su questioni politiche, ma diventa in breve tempo un aspetto fondamentale della cultura visiva e della scena artistica internazionale. In Europa il movimento dalla street art inizia a svilupparsi a Berlino, dove, a causa delle tensioni e dei conflitti che a partire dagli anni Sessanta hanno opposto la zona Est e la zona Ovest della città, il Muro è diventato lo spazio privilegiato per artisti e anarchici di Berlino Ovest per esprimere le loro opinioni e il loro pensiero politico. Il Muro è diventato così il punto d’incontro per una prima generazione di writers, quasi tutti di origine americana, che hanno iniziato a diffondere la cultura newyorkese dei graffiti anche nella zona Ovest della capitale tedesca, mentre quella Est, più rigida e austera, continuava a rimanere allo stato originale.
East Side Gallery
Tutto è cambiato nel 1989 con la caduta del Muro, un momento storico in cui la cultura della street art ha iniziato a beneficiare di un’atmosfera di libertà ritrovata. Nella giornata del 9 novembre, infatti, l’imponente barriera di cemento che per 28 lunghi anni aveva completamente separato intere famiglie venne abbattuta, lasciando dietro di sé il ricordo delle sofferenze passate e offrendo la possibilità di un nuovo inizio e di una nuova armonia. Mentre la gioia per la riunificazione si diffondeva da Est a Ovest, i resti del Muro iniziavano a essere trasformati in vere e proprie opere da parte di artisti provenienti da ogni angolo del mondo, con l’impulso di dare voce alla loro speranza verso un futuro migliore: oggi questa grande opera – la East Side Gallery – che occupa 1,3 chilometri del vecchio Muro, può vantare più di 100 dipinti, che la rendono la galleria d’arte all’aperto più estesa al mondo.
Tommy Weisbecker Haus
Tra gli anni Sessanta e Settanta, numerosi sono stati gli scontri tra ribelli di sinistra e militari occupanti nella zona Ovest di Berlino: i vari artisti che hanno collaborato alla realizzazione di questo murales si sono ispirati a questi eventi e l’hanno intitolato a Tommy Weisbecker, un anarchico di soli 23 anni che nel 1972 fu ucciso dalla polizia della BRD, la Germania dell’Ovest.
Wrinkles in the City
Nella serie Wrinkles in the City, l’artista francese JR mostra come le vite dei berlinesi si siano evolute con lo sviluppo e i cambiamenti a cui la città stessa ha dovuto far fronte. La sua opera più emblematica rappresenta la mano di un abitante di Berlino Est che mima una “W” per indicare la desiderata libertà di West Berlin (Berlino Ovest): il murales si trova su un edificio situato presso quello che una volta era il confine tra le due parti della città nella zona di Invalidenstraße.
Shining
Negli anni successivi alla caduta del Muro, Berlino si è trasformata in una città moderna e cosmopolita, dove si combinano energia, grinta e sperimentazione artistica. In particolare, il quartiere di Kreuzberg è diventato il cuore pulsante della cultura urbana e il centro da cui si originano le nuove tendenze in fatto di street style da circa vent’anni; è anche uno degli angoli in cui sono presenti più opere di street art, tra cui quelle dell’artista francese MTO, celebre in particolare per Shining.
Hoodie Birds
L’organizzazione no profit Urban Nation ha creato in questi ultimi anni un progetto per ridare vita ai quartieri più trascurati e dimenticati della città, invitando a Berlino ogni anno cinque artisti internazionali di street art: nel 2014 il danese Don John ha realizzato un murales che rappresentava un colorato stormo di uccelli che usciva da un misterioso cappuccio nero. Qualche mese dopo l’artista americano Shepard Fairey, noto per essere l’ideatore del poster Hope dedicato a Obama, ha realizzato un’evocativa opera ispirata a Hoodie Birds.
Project M/9
In soli due giorni l’artista berlinese James Bullough ha realizzato un’immagine realistica di una ballerina sulla parete accanto a una rampa che conduce a un parcheggio, fissando per sempre la sua immagine mentre danza e si muove con grazia – almeno fin quando un altro street artist non la cancellerà per far spazio a una nuova opera, come accade di continuo a Berlino.
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Martina Torrini
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