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L’oro nero delle Tuamotu

Il sogno è comprare le perle nere a Manihi, un ovale di sabbia di 13 chilometri quadrati, nelle Tuamotu Occidentali, a 520 chilometri da Papeete, sapendo che solo dieci perle su duemila raggiungono la perfezione.

Le più pregiate, secondo gli intenditori, sono quelle coltivate nelle lagune turchesi delle Tuamotu, nella Polinesia Francese, dove l’inquinamento non è ancora arrivato e l’acqua, sempre a 28°C, è pura e ricca di plancton. Devono essere perfettamente sferiche, luminose, lisce, senza imperfezioni e la misura del diametro non deve essere inferiore a 8 e non superare i 18 millimetri. Il colore può essere grigio antracite tendente al nero con un’ampia varietà di sfumature: argento, blu notte, melanzana, bronzo-oro e verde cangiante, le più pregiate. Le più comuni, in realtà, sono le perle dalle forme barocche, a goccia o cerchiate, che hanno comunque un loro mercato e si trovano a prezzi più contenuti rispetto a quelle perfette.

Lungo il reef meridionale dell’ atollo ci sono più di dieci ferme perliére, dove la maggior parte degli isolani si dedica all’allevamento delle perle, sotto il rigido controllo di tecnici giapponesi. È la maggior fonte di sostentamento dell’isola. La laguna è costellata da file di pali dove vengono fissati dei bastoni di metallo per legarci amorevolmente le gabbie porta – ostriche. Tra il pescatore e le sue perle si crea un rapporto molto stretto, al punto che se prevedono l’arrivo di qualche tempesta scendono a sistemarle più in profondità e se la temperatura sale le spostano in acque più fredde.

Incredibile vedere i pescatori che si tuffano in un mare dai colori impalpabili e in qualche minuto risalgono stringendo tra le mani un grappolo di Pinctada Margaritifera. Già dall’aereo, poco prima di atterrare, si pregusta lo spettacolare scenario che offrono le Tuamotu. Un tripudio di colori brillanti e indimenticabili. Il blu intenso del mare al di fuori della barriera corallina che sfuma gradatamente nel turchese passando per tutte le tonalità prima di lambire le bianchissime spiagge e le lingue di sabbia, sulle quali si affaccia la rigogliosa vegetazione tropicale. Gli abitanti sono orgogliosi delle loro modeste dimore imbiancate o rivestite in legno, con il tipico cortile decorato da conchiglie, arbusti e fiori, che costeggiano le due principali vie , ma le vecchie case costruite su palafitte in riva la mare, testimoniano come si viveva fino a qualche tempo fa.

Ancora oggi sotto il grande albero della piazza gli anziani si siedono volentieri a chiacchierare mentre nel porticciolo attraccano le poche barche che osano arrivare fino a qui o le piroghe dei pescatori che al tramonto rientrano cariche di pesce.

Ornella D’Alessio

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