Galapagos
Arcipelago Delle Meraviglie
1835. Charles Darwin a bordo del Beagle raggiunge l’arcipelago Galapagos, una manciata di isole sul filo dell’Equatore, a mille chilometri dalla costa dell’Ecuador.
2015. La barca è ancora il mezzo migliore per vivere le sensazioni forti, catturare le immagini sorpredenti e osservare i neri, i grigi, i verdi e i blu di questi paesaggi desolati e inquietanti di impareggiabile bellezza. Selvaggi. Incantati. Lunari. L’ arcipelago nato dal fuoco dei vulcani oltre 4 milioni di anni fa, si estende lungo un asse di 320 chilometri, fuori dal tempo per la lontananza dalla terraferma e per l’immutabilità. La natura regna sovrana. Nessuna isola riassume in sé le altre. Ognuna ha caratteristiche proprie, geologiche e faunistiche.
Non solo. Ognuna ha almeno tre nomi. Sulle prime carte nautiche erano segnati in spagnolo e in inglese, poi, nel 1892, il governo ecuadoriano decise di ribattezzarle: isola di Santa Cruz, habitat di iguane marine, pellicani, granchi arancioni e qualche fenicottero rosa. Estremo nord ovest dell’arcipelago: Darwin Bay, Isla Genovesa, vasto cratere semi sommerso. Camminando tra gli alberi spinosi e contorti, sbiancati dal guano, i nidi delle sule dalle zampe azzurre e degli eleganti gabbiani coda di rondine, si risale una fessura rocciosa tagliata nella ripida parete fino a sbucare sull’orlo della caldera. Fernandina, la più giovane isola dell’arcipelago. Elisabeth Bay, su Isabela, è la più estesa dell’arcipelago, punteggiata dai coni di cinque vulcani. Fantastiche formazioni di lava e monumentali archi di roccia sulla spiaggia nera di Punta Egas sull’isola di Santiago. È Bartolomè, l’isola più fotografata per l’inconfondibile pinnacle rock, un faraglione tagliente che punta dritto verso il cielo. Intorno alla roccia nuotano pinguini, tartarughe marine e qualche squalo. Luogo ideale per lo snorkeling. Una scalinata in legno attraverso un paesaggio desolato e arido sale sulla vetta del cono vulcanico. Da qui si vede tutto l’arcipelago: tramonti infuocati sui catctus endemici e sulle sinuose spiagge di sabbia dorata.
Da secoli su queste remote isole oceaniche ogni giornata si ripete uguale a quella precedente. Gli albatros fanno la loro spettacolare danza di corteggiamento. Le fregate in amore, gonfiano la sacca rossa sotto il becco. Il volo delle sule dalle zampe azzurre si intreccia a quello dei gabbiani coda di rondine, mentre le testuggini depongono le uova, indifferenti ai giochi di otarie e leoni marini che si rotolano sulla sabbia dorata. Il passaggio dei 60.000 turisti l’anno non disturba la quiete dell’arcipelago. Almeno così pare.
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